“Cu tutt’ ‘e stranezze ‘e sta città, pure ‘o spitale de bambole ce sta’!”. È una delle frasi del delizioso filmato riprodotto da un antico proiettore, quelli con la manovella, tenete presente? e ogni cosa, in questo ospedale delle bambole, ha il potere di catapultarvi in un passato quando tutto era più genuino, persino le primissime invenzioni tecnologiche lo erano.
Oggi questo luogo, dove il tempo sembra essersi fermato, è noto in tutto il mondo. Bambole “malate” arrivano da ogni dove per essere “curate”. Perché sì! qui le bambole non vengono riparate, ma letteralmente curate. Vi è proprio un’accettazione e un ambulatorio con bambole poste su di una barella e preparate per accedere alla sala operatoria.
Le origini di un ospedale speciale
L’ospedale delle bambole è una realtà solida sopravvissuta alle “intemperie” della storia. A cavallo tra le due guerre mondiali, i giocattoli dei bambini partenopei hanno sempre avuto un luogo dove qualcuno si sarebbe preso cura di loro.
La piccola bottega nacque a fine ‘800, nel laboratorio di Luigi Grassi, a Spaccanapoli. Lui scenografo teatrale e di teatrini di pupi, un giorno, per puro caso, riparò la bambola rotta di una signora che lo pregò di aggiustarla. Da qui ebbe origine quello che è diventato quasi un mito per i napoletani. La voce sulle sue doti di “curatore” di bambole si sparse in tutta la città e siccome quando lavorava indossava sempre un camice bianco, la gente prese a chiamare quel posto “L’ospedale delle bambole”.
Il lavoro in bottega è stato tramandato di padre in figlio e oggi è la quarta generazione che si occupa dell’attività. A dirigerla è Tiziana Grassi, una delle discendenti di Luigi che ha ampliato l’ospedale. Il negozio precedentemente fronte strada si trova sempre nella stessa via, ma trasferitosi all’interno di uno degli edifici più belli di Spaccanapoli, palazzo Marigliano, dove è presente tra l’altro la sede del Riot Studio e lo spazio temporaneo di “Casa Lavazza”.
L’Ospedale delle bambole è anche un Museo
Oggi l’ospedale è anche un famoso laboratorio di restauro, abile nel donare nuova vita a ogni sorta di giocattolo, statue, pastori, risalenti a qualsiasi periodo storico. Ma la formidabile novità è il museo: cittadini e turisti si recano in questo luogo dove è possibile viaggiare nel tempo attraverso l’esposizione di bambole, burattini, giocattoli d’epoca che arrivano dalle più svariate collezioni e donazioni.
Ad un prezzo irrisorio una guida vi accompagnerà in un viaggio della memoria, delle bambole si intende; dalle più antiche alle più moderne, illustrandovi tutte le tecniche di impianto e trapianto di “organi” e capelli. Pensate, qualcuno addirittura desidera per la propria bambola un trapianto di capelli veri. Ma non c’è di che stupirsi! bambole di valore vengono “curate” in questo posto, un valore non solo economico ma anche sentimentale. E questa è una percezione folgorante. Qui l’immaginazione vola e la fantasia si infiamma al solo pensiero che ogni bambola possa essere legata a una o più storie: tenere, romantiche o avvincenti. Pensate ai nostri giocattoli, magari qualcuna di noi ha lasciato che la sorella minore giocasse con la propria bambola, ed ecco, che in un solo colpo, anche alla bambola viene data la possibilità di vivere una seconda volta attraverso gli occhi e l’affetto di un’altra persona.
In ceramica, bambole di plastica, bambole di pezza, dipinte a mano e quelle espressive, ce ne sono davvero di tutti i tipi! anche i meccanismi impiegati per consentire alle bambole ottocentesche di camminare vi stupiranno. E ancora quando sono riuscite a pronunciare, pure loro, la prima parola: “mamma”, più simile a un vagito ma nonostante tutto affascinante.
Se non lo avete capito vi consiglio di andarci. In quella via che divide la città in due metà, e secondo me anche la via più bella di Napoli, l’ospedale delle bambole si trasforma anche in custode di tante storie. Quindi, prima di entrare, fareste bene a far riemergere il bambino che è in voi per godervi al meglio un posto unico nel suo genere, un ospedale dove i pazienti non sono umani, ma bambole! Metti poi che si trova in una delle dimore rinascimentali più belle del capoluogo campano, ovvero Palazzo Marigliano, costruito nel 1513 e rimaneggiato nel ‘700. Basterà dunque accedere all’interno del cortile per avvertire quella sensazione di trovarsi in un altro tempo, lontano e perché no… anche magico!
Di seguito riporto tutte le informazioni “Quando e Dove”
Indirizzo: Palazzo Marigliano, Via S.Biagio dei Librai, 39
Contatti: Tel: 081-203067; Cell: 3934847244; e-mail: ospedaledellebambole@gmail.com
Orari d’apertura: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18; il Sabato dalle 10.30 alle 18.
Prezzo: 3 euro
Sito web ufficiale: ospedaledellebambole.it