Il casatiello dolce è una leccornia tipica delle festività pasquali partenopee. La preparazione di questa delizia sta scomparendo a favore della più nota pastiera e onestamente la trovo una ingiustizia. Non solo per via di una tradizione che rischia di perdersi, ma anche perché è un dolce veramente buono nonostante la sua semplicità. Il suo sapore è da ricercare nel tempo. Sì, avete letto bene, nel tempo che ci vuole per farlo lievitare. In questo caso calza come un guanto l’aforisma di Lessing, l’illuminista letterario tedesco che disse: “L’attesa del piacere è essa stessa un piacere“. E cosa c’è dunque di più piacevole di una “dolce” attesa immaginando di gustare una bontà del genere? La cucina, ma soprattutto quella partenopea, va venerata e secondo me dovrebbe diventare patrimonio dell’umanità visto che resiste a secoli di storia. Si tratta di ricette della memoria dove ognuno di noi, a sua volta, difende un proprio ricordo.
Il casatiello dolce, la mamma e la nonna
Nel mio caso, ad esempio, si tratta di una sperimentazione recente, mia madre però me ne ha sempre parlato. Nei suoi ricordi c’è la sua mamma, che sarebbe mia nonna, e il profumo di un dolce che inebriava ogni angolo della sua piccola casa. Visto la semplicità degli ingredienti e la mancanza di denaro, la nonna lo preparava spesso. Purtroppo però non è vissuta abbastanza per tramandare la propria ricetta a mia madre. Non ho avuto l’onore di incontrarla e dai racconti della mia emerge una persona estremamente forte, che andava controcorrente e che difendeva con i denti il suo diritto di essere donna non sottomessa. Mi commuovo ogni volta che penso a lei e vorrei fosse vissuta un po’ di più, ma non egoisticamente perché avrei voluto conoscerla, ma solo perché mia madre avrebbe potuto tenerla con sé più tempo visto che è andata via quando era solo un’adolescente.
Condivido con voi questa storia non per annoiarvi, ma per farvi capire quanto dietro a quello che sembra un semplice dolce si celino invece grandi sentimenti. Un po’ come nella scena finale del film Disney Pixar “Ratatouille”, dove grazie ad un semplicissimo piatto di ratatuita lo spietato critico gastronomico Anton Ego, si redime grazie al piacevole ricordo della propria mamma che era solita preparargli questo piatto. Beh io immagino così mia madre quando mangia una fetta di questo dolce e nel mio cuore è subito “lacrima party” 😉 (N.B. mia madre è tenerissima, non è paragonabile al cinico critico).
Un profumo, un sapore può rievocare delle emozioni così forti e scatenare dei ricordi così intensi che non vanno mai derisi, ma sempre rispettati. E detto ciò, per me, e ovviamente per mia madre, non è stato facile ricostruire questa ricetta. Ovviamente in rete troverete una caterva di ricette sul casatiello dolce e che non sempre riescono. Ognuno ha il suo metodo di lievitazione e i propri ingredienti e dopo averne provate un paio, e sfruttando quel che mia madre ricordava, siamo riuscite finalmente a realizzare un casatiello bello alto.
La pazienza
Prima di procedere con le dovute spiegazioni però ci tengo a precisare che secondo la tradizione il casatiello dolce è davvero alto. Ad esempio ho scoperto che nell’isola di Procida si usa far lievitare l’impasto addirittura per sette giorni. Una cosa certa del procedimento di mia nonna, invece, era quello di far crescere l’impasto per almeno tre giorni, ma visto che tutto questo tempo io non ce l’ho, ho optato per un periodo più breve e infatti il mio è un casatiello a mezza altezza. Dunque regolatevi voi, tre giorni è l’ideale, con una lievitazione di 14/16 ore, invece, vi mostro io come viene e vi assicuro che il sapore è divino.
Ricetta del casatiello dolce
Ingredienti per l’impasto:
- farina manitoba, 350 gr
- lievito Paneangeli, 1 bustina
- uova, 4
- zucchero, 250 gr
- sale, 6 gr
- burro morbido, 150 gr
- liquore strega, 2 cucchiai
- scorza grattugiata di limone
- scorza grattugiata di arancia
- estratto di vaniglia Paneangeli, 1 fialetta
Ingredienti per la ghiaccia:
- zucchero a velo, 250 gr
- albume d’uovo, 1
- succo di limone, 2 cucchiai
- confetti colorati
Preparazione:
- Disporre a fontana la farina a fontana su una spianatoia, aggiungere le uova, lo zucchero (io ne ho messo anche di meno perché troppo dolce a una certa età fa male), sale, burro ammorbidito e impastare con le mani.
- Quando l’impasto è ancora morbido inserire anche la scorza di un limone e di un’arancia precedentemente grattugiata, i due cucchiai di liquore strega e l’esttratto di vaniglia e impastare fino ad assorbimento di tutti gli ingredienti.
- Imburriamo e infariniamo bene uno stampo di diametro 22 cm. Riempiamo lo stampo con tutto il composto. Ricopriamo con pellicola trasparente e lasciamo che lieviti. Nel mio caso, dalle 4:00 alle 21 ho lasciato che lievitasse in forno con la luce accesa e poi per tutta la notte con la luce del forno spenta. Il casatiello dolce è cresciuto oltre a metà del mio stampo se invece desiderate venga più alto aggiungente una seconda bustina di lievito o lasciate che cresca per altri due giorni.
- Dopodiché inforniamo a 180° per circa 50 minuti. Attenzione, sfornare a doratura.
Preparazione della ghiaccia:
- In una ciotola mescoliamo lo zucchero al velo Paneangeli e l’albume d’uovo con due cucchiai di succo di limone. Mescolate con l’aiuto di una frusta elettrica prima a velocità bassa e poi alta per ottenere una glassa lucida e consistente. Una volta sfornato il nostro casatiello lasciamo che si raffreddi un po’ e poi decoriaolo con la ghiaccia cospargendolo di tanti confettini colorati.
N.B. Io non ho utilizzato il criscito (lievito madre), che probabilmente è il lievito originale, ma che ci volete fare! a me non è mai venuto bene, optando invece per il lievito di birra finalmente mi è riuscito!